
Bau, cuccioli, tutto bene?
Oggi Zio Champion, a scuola, ha sgridato dei bulli che se la stavano prendendo con un povero compagno di classe di Bonton, sottoponendolo a uno scherzo (stupido) chiamato JUKEBOX.
Lo scherzo prende il nome però da un bellissimo oggetto sogno di intere generazioni che al suo suono hanno ballato e si sono divertite
Ma cosa significa questo termine?
I vostri genitori, ma più probabilmente i vostri nonni hanno sicuramente visto nei bar, o sulle spiagge, queste macchine usate un tempo per stare in allegria.
Oggi sono davvero molto rari.
Il jukebox, scritto anche juke-box, era un apparecchio che riproduceva canzoni e musica in modo automatico in seguito all'introduzione di una moneta al suo interno e alla scelta di una canzone.
Il termine juke-box iniziò ad essere usato negli Stati Uniti negli anni trenta.
Pochi sanno cosa significhi ma vi svelo il mistero.
La parola “JUKE” è un vecchio termine del dialetto creolo, cioè degli afroamericani del sud degli Stati Uniti.
Voleva dire “disordinato”, “chiassoso”.
La comunità creola si riuniva in alcune case o locali per ascoltare musica e tali posti venivano indicati con il nome di Juke-House… letteralmente “case chiassose” … più comunemente: “case della musica”.
Il termine si diffuse e quando venne creato questo “strumento” per ascoltare la musica a pagamento, venne chiamato Juke-Box: “Scatola della musica - scatola del chiasso”.
Il macc
In quello più in basso erano presenti dei dischi (solitamente dei “45 giri” i dischi più piccoli che riportavano solo due canzoni… i cosiddetti “singoli”), un giradischi con un meccanismo che prendeva automaticamente un vinile e lo metteva sul piatto per farlo suonare e una cassaforte dove finivano le monetine.
Nel ripiano superiore, un vetro o un plexiglas lasciava vedere i nomi e i dischi che potevano venire scelti e una serie di tasti permettevano di comporre una selezione e decidere cosa far suonare.
Il funzionamento era molto semplice: all'inserimento di una moneta la macchina abilitava la tastiera per la selezione dei brani.
Alla selezione di una canzone, solitamente tramite la digitazione di un codice numerico, il meccanismo contenente i dischi si muoveva sino a quando il disco selezionato si fosse trovato sotto al braccio meccanico che lo poteva quindi spostare sul piatto del giradischi.
A quel punto iniziava la riproduzione e, a fine canzone, il disco veniva riportato nella posizione di partenza.
il primo vero “fonografo a moneta” fu presentato nel 1927 dalla Ami.
Il jukebox insieme al flipper ha segnato la storia dell'intrattenimento pubblico nei bar negli anni ‘50/’60, ed è anche presente in moltissimi film e telefilm. Fonzie in Happy Days lo attivava con… un pugno!
In epoca moderna ne sono stati realizzati “video” e “musicali” con CD e DVD o versioni più contemporanee con MP3 e filmati.
Ovviamente, questi ultimi, con una parte meccanica unicamente adibita a recuperare le monete.











